19/03/2025 | "Giustizia per Mario Paciolla". Presidio contro la seconda richiesta di archiviazione del caso Mario Paciolla, agente delle Nazioni Unite morto nel 2020 in Colombia
Presidio a Piazzale Clodio a Roma, davanti il Tribunale Ordinario di Roma, organizzato dai genitori di Mario Paciolla, giornalisti, FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Articolo 21, Amnesty International e Giustizia per Mario Paciolla, in vista dell'udienza mattutina, per la richiesta presentata dalla legale Alessandra Ballerini contro la seconda richiesta di archiviazione del caso avanzata dal GIP (Giudice per le Indagini Preliminari).
Mario Paciolla era un giornalista italiano e agente delle Nazioni Unite, che si trovava in Colombia dal 2018, dopo aver lavorato dal 2016 per un organizzazione non governativa (ONG). Era impegnato nella Missione di Verifica delle Nazioni Unite in Colombia (UNVMC), una missione che aveva lo scopo di monitorare gli accordi di pace tra il governo Colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia - Esercito del Popolo (FARC-EP). Fu trovato morto per cause misteriose, ufficialmente definito un "suicidio", nel luglio 2020. Sin dall'inizio, i suoi genitori, esclusero l'ipotesi del suicidio, sottolineando che la sua morte è stata causata da un omicidio.
Il 15 luglio 2020 l'agente delle Nazioni Unite Mario Paciolla è stato trovato senza vita nella sua casa a San Vicente del Caguan in Colombia. Le autorità colombiane hanno inizialmente etichettato il caso come suicidio per impiccagione. Poco dopo, tuttavia, sono emersi altri particolari come le ferite sul suo corpo causate da un'arma da taglio, che hanno portato a pensare che possa invece trattarsi un caso di omicidio. Il 20 luglio è stata eseguita un'autopsia da parte di un medico delle Nazioni Unite, ma i risultati sono ancora sconosciuti. L'ipotesi dell'omicidio è rafforzata anche dal fatto che Mario aveva già acquistato il biglietto aereo per tornare a Napoli il 20 luglio. (1)
Quel giorno intervennero due funzionari colombiani dell'Onu, il responsabile locale della sicurezza ed ex membro dell'esercito, Christian Thompson, ed il suo capo, Juan Vasquez; i due prelevarono oggetti appartenuti a Paciolla e ripulirono la stanza lavando il pavimento con candeggina; inoltre prelevarono un materasso e alcuni utensili macchiati di sangue e li buttarono in discarica. (2)
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